Re Francesco II di Borbone

Al di fuori dello stereotipo del Francesco giovane re, inesperto, dileggiato e tradito da tutti, finito a fare la vittima sacrificale in una fortezza, sotto una pioggia di bombe, vorremmo mettere in risalto aspetti diversi del monarca e dell’uomo.

Francesco II non morì sotto le bombe a Gaeta, ma passò la maggior parte della sua esistenza in esilio, ben 33 anni. Tutti si dimenticano di Francesco II dopo il 14 febbraio 1861, celebrato come uno sconfitto.

Francesco d’Assisi Maria Leopoldo, era stato un giovane, come tanti alla sua età, preso dalle angosce e i patimenti morali della giovinezza, cose che in lui si amplificavano per la sua condizione speciale come figlio di un re e che un giorno sarebbe stato destinato a regnare. Egli lascia nella storia un segno più profondo di quello che ci è stato restituito dai libri di storia, un umo che ha lottato da solo con un manipolo di eroi, i suoi soldati, non il suo esercito, contro le ingiustizie, contro un disegno massonico rivoluzionario che usò principalmente l’arma della corruzione. Egli seppe essere un giovane re desideroso di aprirsi alle innovazioni e ai cambiamenti, e seppe adempiere anche ai doveri di soldato. Le numerose testimonianze che si evincono dai documenti che ci ha lasciato lasciano trasparire il suo vero valore e i suoi veri sentimenti.

Certamente ebbe a superare delle prove difficili nella sua esistenza, ma tutto filtrato dalla sua incrollabile fede in Dio, che sicuramente ha temperato certi drammatici momenti della sua vita.

Questo però non scalfisce la sua figura di uomo di grande dignità e statura morale, come monarca cristiano egli seppe rimanere attaccato ai suoi punti di riferimento, che non erano certamente materiali. Quando qualcuno gli sottolineò la storia lo aveva ridotto a vivere in un locanda, Francesco II rispondeva; che “il Re dei Re non aveva avuto ove riposar la sua testa”. Non aveva mai indugiato a dare ai bisognosi quanto poteva, privandosi pure del necessario.

Apoteosi celeste di Francesco II, incisione di ALfons Mucha, 1895, D'Amico Editore